martedì 29 novembre 2011

BodyArt part_2 Centro Arti Visive Pescheria Pesaro





















BODYART .giovedì 24 novempre 2011 Centro Arti Visive Pescheria Pesaro




L'orizzonte (part-2)


C’era una volta una piccola donna. Era follemente innamorata del suo pianeta. Godeva del cielo dai mille colori, dei prati dai mille odori, e delle vite dai mille sapori. Ma al contempo era costretta a respirare il grigiore della malattia umana e sentiva i suoi polmoni avvelenarsi poco a poco. Così un giorno decise di portare via con se tutto quel che più la coccolava, creò un isola presa dalla zolla di terra più di verde variopinta che la sua amata terra possedeva ,collocandola alla giusta distanza dal suolo tale da consentirle di sentire solo la frizzante rugiada della sua erba solleticarle il naso e le chiacchere divertenti del suo popolo che le tenevano compagnia ogni giorno e decise che da quel momento avrebbe volato su di essa circumnavigando il mondo alla ricerca delle perle che,nascoste,sopivano indisturbate nelle sue ferite.
Era serena. Parlava, ascoltava, sorrideva. Comunicava alle genti il suo vedere il suo sapere ed amava ascoltare a sua volta i loro. Molti ricambiavano sorrisi ,altri la allontanavano di eresia,  altri ancora, affascinati, cercavano di salire insieme a lei.. la maggior parte di loro nemmeno sentiva la sua presenza. Ma lei era serena, le bastava questo.
Un giorno una lucciola. Vide comparire e scomparire una delle più luminose stelle che abbia mai visto. Ma i suoi occhi non erano rivolti al cielo,bensì  alla terra. Troppo..decisamente troppo luminosa per essere una perla... e sentì di dover correre verso di lei come se null’altra cosa avesse importanza più se non scoprire quell’identità.
Nello stesso istante  un uomo sentì un soffio di calore attraversargli lievemente ogni singolo atomo del suo corpo. Rimase immobile. Era scomparso. Cercò immediatamente di capire cosa era successo. Non poteva esistere quella sensazione, non l’aveva mai provata quella pace. Si convinse che era un gioco della mente. Le sue ricerche offrono infinite possibilità di ciò, e in fondo ne cercava così tanta da poter far si di immaginarsela. Portò le mani a terra, sentiva di dover riprendere contatto con essa. Era sua madre , era la sua vita, ogni sua corrente era gestita e spinta dalla terra verso la terra. Lui era nato dalla terrà. Lei gli dava la tranquillità della concretezza e dell’equilibrio del suolo, ed era suo obiettivo farla sorridere. Rialzandosi continuò il suo cammino, quando ad un tratto il calore tornò a pervaderlo. Di nuovo immobile..volle osservare il suo corpo e si accorse che la sua pelle era luminosa,come di una luce dentro che continua a crescere.. e più cresceva e più il calore aumentava e aumentava, il tepore.., e si faceva più debole,le ginocchia cedevano, le spalle cedevano,come fosse tutto composto d’acqua bollente e si sentiva  cullare.. come da correnti  marine. Non era mai stato così.. trasportato da quei sentimenti che costantemente evitava ma ora non aveva alcun potere di respingerli e in cuor suo non voleva.. era troppo piacevole quell’estasi senza fine. Nel momento in cui sentiva che anche la sua mente si scioglieva alla libidine toccando il suolo, una forza fermò la sua caduta, una piuma sulla sua nuca ,una carezza lo sosteneva. Aprendo gli occhi vide la piccola donna che fissava la sua luce. Anche lei estasiata dalla sua scoperta. Non era una perla, proprio come immaginava, ma un diamante. L’elemento più resistente ,severo,determinato  e allo stesso tempo così limpido,splendenti che la terra avesse mai creato così irreale da rendere ogni sua perla un trionfo di raggi fluorescenti. Lui non capiva come lei fosse riuscita a realizzare quel mondo perfetto, ma capì che la pace che provava in quel momento era una sensazione che non avrebbe mai voluto abbandonare. Lei capì che non avrebbe mai potuto dormire, o sol battere ciglio se questo le annebbiava anche sol di un attimo la visione di quella luce che mai l’aveva resa così splendida. Lui la afferrò, voleva andarsene con lei. Lei lo afferrò, voleva portarselo con se. Ma l’ascesa trovò termine. Lui era così legato alla terra che non potè distaccarsi da lei. La terra aveva bisogno di lui,doveva estirpare la malattia che la distruggeva, e non gli consentiva di andarsene. Questa  stessa li fece incontrare così che potè incastrare lei e far si di riportarla sulla terra a donare i sorrisi e speranze. Ora vivono sulla terra, nel vivere quell’istante per sempre,ed è solo in questa insoddisfazione che possono vivere. Lei manterrà viva la sua luce nutrendo i suoi occhi di pace, lui illuminerà il suo mondo riflettendo colore sulla terra. La terrà continua a vivere per loro e con loro.

lunedì 28 novembre 2011

L'orizzonte (part-1)


Vidi, un giorno, l’orizzonte da vicino. Vidi il cielo che incontrava la terra nella sofferenza dell’insoddisfazione. Allora capii perché doveva solo essere per tutti una linea immaginaria molto molto lontana.